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Il Palazzo del Filo Rosso per prendere decisioni - PT1

Miki con la testa tra le nuvole - S1E2 - Cefalù Dreaming

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Negli episodi precedenti


EP1 - La Leggenda del Filo Rosso

"Sarebbe bello se anche nella realtà funzionasse così" pensa Miki, mentre in un battito di ciglia lo scenario cambia ancora.
Erano su una terrazza che si affacciava sull'oceano, dove Joanna Newsom suonava un'arpa. Adesso sono invece in una stanza elegante dai colori pastello, che sembra uscita da un film di Wes Anderson, mentre in sottofondo si sente una musica dolce e malinconica.


Si guarda attorno.
Ci sono 3 finestre che danno su una terrazza, da cui sembra provenire una brezza estiva che muove leggermente le tende trasparenti, creando un'atmosfera molto rilassante.
"Che posto è questo?" chiede Miki mentre cerca di capire quanti degli oggetti che vede intorno a sé siano PAV e cosa potrebbero rappresentare.
"Questo posto, Miki, è la Stanza del Filo Rosso, all'interno del Palazzo della Memoria che riguarda la mia Personalità." fa l'Architetto, allargando le mani come fosse un presentatore sul palco.
"Ogni oggetto che vedi qui è come avrai immaginato un PAV che rappresenta una o più informazioni. Ed in alcuni casi è in realtà un altro Palazzo della Memoria, ma ci arreveremo tra poco."
"Ma sono messi in ordine? Dove parte lo Schedario Mentale?"
"Ecco, in questo posto non c'è lo Schedario Mentale. In questa Stanza non c'è un senso di marcia né è importante l'ordine con cui le Informazioni entrano in memoria."
"E a cosa serve questo posto?"
"A prendere decisioni, Miki. Conosci la Leggenda giapponese del Filo Rosso?"
"Credo di sì. Quella per cui due anime gemelle sono legate da un filo rosso che non si separa mai e le farà incontrare?"


"Esatto. Adoro quell'idea. Che le anime gemelle siano destinate ad incontrarsi. Ma so anche che il mondo è più complesso così e non basta volere qualcosa per ottenerlo: occorre lavorarci come si deve. Questo posto mi lega dunque all'unica persona con cui devo davvero costruire una relazione sana: me stesso."
"In che modo?"
"Semplice: attraverso la costruzione di ricordi che contengano lezioni di vita che voglio influenzino le mie decisioni. Qui dentro, Miki, trovi le Informazioni che mi ricordano costantemente chi voglio essere, a prescindere da ciò che sto vivendo e come agirei d'istinto."
"Ad esempio?"
"Ad esempio..." fa lui, guardandosi attorno. "Ad esempio, questo tavolo." fa indicando il piccolo tavolo che sembra tagliato da un tronco storto, posto tra il divano e la poltrona. "Questo tavolo è fatto di un legno chiamato "Pinus Contorta", la cui particolarità è che continua a crescere in zone in cui il vento è talmente forte da renderlo... storto. E quando brucia spara i suoi semi ovunque, come fosse una fenice, per ricrescere ancora. Uso questo PAV per ricordare a me stesso che solo perché un percorso di crescita non è lineare non significa che sia sbagliato."
"E che se dovessi fallire..."
"Potrò rinascere ancora, magari lontano."

EP2 - Chi è il tuo eroe?

"Come hai creato questo posto?" chiede Miki, ferma davanti la statua di un lottatore di Sumo con dei caratteri giapponesi, 水耐山王.
"Anni fa", risponde l'Architetto, seduto sul divano in pelle al centro della sala, "stavo attraversando un periodo molto difficile. Il lavoro non andava, la mia vita non andava, il mondo non andava.
Però quel giorno ero in un posto bellissimo, uno dei miei posti preferiti al mondo, Cefalù, con una persona che amavo tanto.

Stavamo passeggiando e ad un certo punto vidi una strada immersa nel sole del pomeriggio, era quasi il tramonto. Mi guardai attorno e pensai... 'Perché sono depresso adesso? Ho mille motivi per esserlo in generale, ma adesso questo momento è troppo bello per lasciarmelo scappare'.
Così pensai che non potevo continuare così, che dovevo fare con me quello che facevo con gli altri."
"Cosa?"
"Farmi da coach, ricominciando a pormi domande in modo corretto. Perché vedi, Miki, il problema non è avere le risposte giuste, ma porsi le domande corrette. Così iniziai ad analizzare le mie giornate, a calcolare quanto tempo libero avessi e cosa avrei potuto fare per migliorare la mia situazione e mi tornò in mente il discorso fatto da Matthew Mcconaughey quando ha ricevuto l'Oscar. Lo conosci?"
"Mmmh mi pare di sì. Quello in cui parla del suo eroe?"
"Esatto."

"In quel discorso disse qualcosa che mi colpì tanto. Quanto sia importante avere qualcuno da inseguire. Avere qualcosa a cui tendere. Mi resi conto che in quel momento io non avevo obiettivi o traguardi, non avevo idea di cosa volessi davvero. Così mi posi una domanda che avrebbe cambiato la mia vita.

Chi voglio essere tra 10 anni?"

In quel momento sulla poltrona davanti al divano appare... l'Architetto della Mente?
"Però è diverso..." pensa Miki, guardandolo bene.
E' più magro, veste in modo diverso, ha un'espressione piena di pace, diversa da quella dell'Architetto che conosce lei, il cui sguardo sembra sempre guardare altrove, lontano.
"Lui, Miki, è il 'Me stesso' tra 10 anni. E' ciò a cui tendo, ciò con cui mi confronto continuamente. Il mio Filo Rosso è collegato a lui. In pratica, il mio Mentore."
Miki rimane in silenzio, continuando a fissarlo."
"Ho creato questa stanza per questo scopo. Quando ho un dubbio, quando devo prendere decisioni rispetto a situazioni che vivo, immagino di conversare con lui e pongo domande del tipo 'Come ricorderò questo episodio tra 10 anni?' o 'Cosa mi porta più vicino ad essere te?' e così via. Mi aiuta a creare condizioni di scelta che normalmente non ci sono."
"In che senso?"
"Le persone pensano spesso che sia possibile scoprire qual è la decisione giusta prima di prenderla e quando le cose magari vanno male pensano 'Se solo avessi capito prima! Se solo avessi preso l'altra decisione!'... la realtà è che noi esseri umani abbiamo sempre davanti opzioni che portano con loro cose buone e cose cattive. Non c'è mai decisione giusta o sbagliata, solo decisioni."
"Quindi cosa dovremmo fare? Affidarci al caso?"

"Oh no, Miki, caso e fortuna sono cose su cui non mi piace scommettere. Ma di sicuro ne tengo conto. No, ciò che intendo è che se accettiamo l'idea che non esistano scelte giuste in assoluto, scelte oggettivamente migliori di altro, allora dobbiamo capire soggettivamente cosa vogliamo davvero essere, cosa vogliamo davvero. Perché sarà questa Informazione a supportarci negli inevitabili momenti bui che arriveranno e a permetterci di navigare anche negli oceani più tempestosi. La certezza dell'Endgame che vogliamo raggiungere."

"Messa così sembra quasi un atto di fede."
"Perché forse lo è, Miki. Non abbiamo mai la certezza che oltre l'Oceano sconosciuto ci sarà ad attenderci la Terra Promessa in fondo. E non tutti coloro che partono, fanno ritorno. Eppure non possiamo fermarci, non trovi?"
"Immagino di no..." fa Miki, ripensando ad una conversazione avuta con Morgan qualche anno fa, una sera che erano a fumare e bere alla fine della Strada Infinita, fuori Città.
Morgan disse che aveva paura di ritrovarsi a 40 anni a non aver concluso nulla della sua vita ed essere soltanto una figura di sfondo.
Miki gli disse che forse erano già figure di sfondo, nuvole sul cielo di qualcun altro, che guardandole immaginava di vedere cose che in fondo non ci sono.
"Questo principio, Miki, questo dell'Endgame, è iscritto in ogni elemento di questa stanza, che adesso ti descriverò in dettaglio. Ed è ciò su cui si basa il mio Diario di Viaggio, il tool che ti aiuta a prendere decisioni e costruire Routine."
"Sì, ne hai parlato spesso nel corso sulle Tecniche di memoria".
"Sì, è un tool nato proprio grazie a questa stanza in fondo. Perché è qui che ho imparato una lezione fondamentale: le decisioni non si prendono, si costruiscono."
"La fai sembrare facile."
"Naaa. La faccio sembrare possibile" fa l'Architetto sorridendo.
Ed anche l'Architetto tra 10 anni... sorride.


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