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Il Palazzo della Memoria per Studiare

Miki con la testa tra le nuvole - S1E1


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Negli episodi precedenti


EP1 - 10 Stanze, 100 Loci, 1 Palazzo

Miki si guarda attorno.
La sensazione dell’aria sembra cambiata. Persino la temperatura.
“Ma siamo ancora nel Dojo?” chiede guardandosi attorno.
“Certo”, risponde l’Architetto sorridendo. “Semplicemente il tuo cervello pensa di essere altrove. L’uso della Realtà virtuale e di qualche strumento per gestire temperatura e aria nella stanza possono fare miracoli. Ti fa riflettere su quanto il concetto di “reale” sia ambiguo, vero?”

Miki guarda il cielo, limpido, le nuvole che sembrano stretchate come in una vignetta di Araki.
“Che posto è questo?”
“Questo, Miki, è il mio Palazzo dell’Apprendimento. Il Palazzo che uso per acquisire le Informazioni quando sto studiando o magari semplicemente sto parlando con qualcuno ed è utile inserire le informazioni in ordine per ritrovarle facilmente.”
“Quindi qui è dove hai posizionato le tue Schede dello Schedario Mentale?” fa lei, guardandosi attorno e cercando di trovarne una.
“Esatto. Guarda qui.” fa l’Architetto avvicinandosi ad una banchina di legno sulla riva del fiume.
“C’è un detto Taoista, Miki. Siediti sulla riva del fiume ed aspetta che passi il cadavere dei tuoi nemici”.
Non appena finisce di pronunciare quelle parole, sul tronco appare un uomo anziano, che ricorda il cliché dell’anziano maestro di arti marziali cinese.


“Questo è il punto n.1 del mio Schedario Mentale: Tao. L’informazione n.1 si posizione sempre qui, Miki, su questo tronco. Se dovessi per esempio creare una Catena Mnemonica con un numero di telefono che devo ricordare oppure un costruire un PAV che riassuma un concetto che sto studiando, gli farei compiere un’azione su questo tronco, come pescare o allenarsi o robe così.”
“E qui hai le tue 10 stanze?”
“Sì, ma sono divise esteticamente in gruppi da 10, per creare le decine e legarle allo schedario.”
Mentre dice questo Miki e l’Architetto sembra che vengano risucchiati in cielo, ma in realtà è solo il mondo intorno a loro che si allontana, come se sprofondasse.
Miki è in cielo, tra le nuvole e osserva l’intero Palazzo dell’Architetto.
Da qui vede 10 strutture diverse, sequenziali, come le mappe di un videogioco.

"Quando ero piccolo passavo interi pomeriggi a giocare a Ghouls'n'Ghost nel bar sotto casa e adoravo la mappa che ti mostrava la tua posizione rispetto alla fine del gioco!"


“Il primo percorso ha una certa estetica fino al Locus n.10; poi l’estetica cambia fino al 20esimo Locus e così via. Posso usare questo Palazzo come voglio e mi aiuta a gestire le 4 componenti dell’Apprendimento.”
“In che modo?” fa Miki.
“Attraverso un lavoro di Apprendimento Strategico.”

EP2 - Le 4 Fasi dell'Apprendimento Strategico

Il mondo torna al posto di prima, sono di nuovo accanto al tronco.
“Spostiamoci da qui. Punto 49.” dice l’Architetto.
In un battito di ciglia si ritrovano in una sorta di terrazzo che si affaccia sul mare, dall’alto di un dirupo. 4 colonne sostengono una piccola cupola in marmo e al centro di questo piccolo gazebo c’è una donna che sta suonando un’Arpa.
“Il 49 nella conversione fonetica di Leibniz corrisponde ai suoni R e P/B. Quindi per il mio Schedario ho scelto “Arpa” e qui c’è Joanna Newsom che suona.
Questo posto mi rilassa moltissimo, Miki. Spesso vengo qui quando ho voglia di ascoltare la sua musica.”


Dopo qualche istante di silenzio, con le note dolce dell’arpa che riempiono la sala, l’Architetto continua: “L’Apprendimento è un processo, Miki. Un processo composto da varie fasi. La sua qualità finale dipende dall’equilibrio che riusciamo a trovare tra queste fasi ed il tipo di strategie, tecniche e strumenti che adoperiamo.”

Muove le mani in aria ed escono 4 scritte:

  • Acquisizione

  • Organizzazione

  • Solidificazione

  • Esposizione

Queste, Miki, sono i 4 componenti del processo di apprendimento di noi esseri umani.

Veniamo esposti a delle informazioni e quindi le acquisiamo. A quel punto il nostro cervello cerca di organizzarle come può inserendole nella nostra memoria e se le ripetiamo ecco che inizia la loro solidificazione e trasformazione in ricordi che influenzeranno poi la nostra vita. Infine ci capita di esporre queste informazioni diventate ricordi, che sia qualcosa che abbiamo studiato o magari un comportamento che abbiamo appreso. Ti trovi?”

“Sì” fa Miki, “ne hai parlato anche nel corso base se non ricordo male. Però dicevi che con il Cambiamento Gentile queste componenti vengono riposizionate, giusto?”
“Esatto.

Perché vedi, gli errori che facciamo sono principalmente culturali: pensare che la memoria sia qualcosa di oggettivo e perfetto che funziona oppure no; pensare che le Informazioni abbiano un valore assoluto, siano come oggetti che ricordi oppure no; che il nostro compito sia solo agire da tramite tra il mondo esterno (Informazioni) e mondo interno (memoria). Per usare un termine da Cambiamento Gentile, pensiamo che il nostro ruolo sia quello di Soldati, invece dobbiamo diventare Generali e prendere il controllo.”

“In che modo?”
“Semplice: prima di acquisire le Informazioni, dobbiamo ragionare strategicamente e costruire uno spazio che faciliterà la fase di Acquisizione. Nel Cambiamento Gentile la fase iniziale non è quella dell'Acquisizione, ma quella dell'Organizzazione. Hai presente quando ricordi un’informazione apparentemente a caso, perché magari senti un profumo o una canzone?”
“Sì, come la Madeleine di Proust?”
“Sì, esatto. Succede perché la nostra memoria, se non è organizzata bene, sceglie come legare le informazioni che acquisisce tra loro, e noi non sempre sappiamo quali siano i filtri usati, anzi non lo sappiamo quasi mai.
Ma questo Palazzo risolve questo problema per me, in due modi. Posso usarlo per acquisire le Informazioni che imparo in ordine, a prescindere dalle loro connessioni, e organizzarle successivamente perché mi sarà più facile gestire i cicli di ripasso.”
“E qual è l’altro modo?”
“Posso decidere di usare le 10 Stanze che compongono il mio Palazzo come fossero 10 Categorie diverse, in modo da agevolare la fase di acquisizione. Ad esempio, se sto studiando giapponese, posso decidere che la prima stanza è per i verbi; la seconda per i sostantivi; la terza per gli aggettivi; la quarta per le regole grammaticali etc.”
“E c’è un vantaggio nel fare questo?”
“Certo. Il mio cervello non deve preoccuparsi di dove posizionare un’informazione, perché ci sono già delle categorie predisposte. Certo, va educato un po all’inizio, quindi prima di usare questo metodo devi fare un po di riscaldamento, come fossi in palestra. Ma una volta che ha capito, studiare ed imparare diventa un gioco da ragazzi.”
Miki si guarda ancora attorno. Si accorge che adesso al posto di Joanna Newsom c’è un ragazzo con un copricapo di piume, come un indigeno americano.”
“Cosa rappresenta?”
“L’elemento n.49 della Tavola periodica, Miki”.
Poi si alza.
“Adesso andiamo però. Immagino tu voglia vedere i miei altri Palazzi, giusto?”
“Sì. Dove andiamo ora?”
“A trovare il mio Eroe, Miki, nella Stanza del Filo Rosso.”


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