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Jack e le tecniche di memoria - EP2

I PAV, o i ricordi artificiali

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Negli episodi precedenti

EP1 - “C’è un film che avete dimenticato?”

In questo episodio
L’Architetto spiega che non ha chiesto il peggiore, ma quello che hanno dimenticato.
Jack ripensa al concerto dei Nouvelle Vague che aveva dimenticato di aver visto, ha ritrovato il biglietto di recente.


“Qual è stato un evento dell a vostra vita, oppure un film o un libro, qualcosa di cui avete fatto esperienza insomma, che avete dimenticato?”

La domanda sembra un paradosso.
Come fai a ricordare qualcosa che hai dimenticato in fondo?
Nell’aula rimangono tutti in silenzio, come a cercare la risposta.
A Jack poi viene un’illuminazione.
Qualche giorno fa, svuotando uno zaino che non usava da anni, aveva ritrovato il biglietto del concerto dei Nouvelle Vague, dove era stato insieme a Miki e Jhonny.
Se gli avessero chiesto cinque minuti prima di quel concerto, probabilmente non avrebbe ricordato neanche di conoscerli, i Nouvelle Vague.
“Come mai te ne sei dimenticato?” chiede l’Architetto.
“Non saprei. Ricordo che quella sera mi annoiai moltissimo, ero andato lì solo per accompagnare due miei amici ed il gruppo… non mi fece particolarmente impazzire.”
“Ti hanno fatto schifo?”
“No, in realtà no… solo che non ci fu mai una canzone in grado di colpirmi davvero”.
“Bene, anche in questo caso grazie Jack per avermi dato lo spunto per la prima tecnica di memoria, chiamata P.A.V.”
L’Architetto scrive sulla lavagna le lettere dell’acronimo in verticale.

“Il nostro cervello si è evoluto nel corso di milioni di anni in un contesto in cui ogni cosa poteva ucciderlo, ragazzi, per questo ha sviluppato una serie di abitudini per notare e ricordare tutto ciò che poteva essere pericoloso e/o utile.
La prima di queste abitudini è ricordare ciò che è Paradossale, che è fuori dalla norma, che spunta fuori dallo sfondo.
Significa che ricordiamo maggiormente ciò che è strano, che è particolare, che è in contrasto con la normalità.
Ad esempio è più facile ricordare un bellissimo concerto o un concerto pessimo, che un concerto noioso.

La seconda abitudine è invece il notare ciò che è in movimento, che compie un’Azione, perché quell’azione potrebbe significare un pericolo per noi.
Per questo motivo i nostri ricordi non sono mai immobili come fotografie, ma in movimento come film.

La terza infine è legata alla Vividezza dei dettagli sensoriali, come colori, suoni, sensazioni, profumi e gusti.
I dettagli sono ciò che ci permettono di distinguere tra due elementi simili, ad esempio.

Prendete queste 3 parole ed otterrete il PAV, ovvero un Ricordo Artificiale il cui scopo è aiutarvi a costruire un oggetto mentale facile da memorizzare e conservare in memoria.”

“Ma cosa dovremmo fare? In termini pratici intendo” chiede un uomo sulla quarantina, con una folta barba.

“Semplice. Il P.A.V. è la base delle tecniche di memoria.
Ad esempio, supponiamo che tu abbia bisogno di memorizzare una serie di parole, ad esempio le 12 parole necessarie per aprire un Wallet, e che la prima parola sia Gufo.
Potresti immaginare un Gufo normale, certo.
Oppure un Gufo gigante (paradossale) che suona una chitarra (compie un’azione) e canta come fosse Elvis (dettaglio vivido).
Ed un P.A.V. in realtà può essere non solo una parola, ma un intero concetto, il paragrafo di un capitolo che state studiando o negli usi più avanzati del Palazzo della Memoria un sentimento o una regola di vita.”
“Ed una volta che abbiamo creato un P.A.V. cosa dobbiamo fare?”
“Ad esempio, creare una Catena Mnemonica, come vi spiegherò nella prossima lezione.”

Prossimo capitolo



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#apprendimento rapido#tecniche di memoria
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